top of page

RECENSIONI

 

 

 

 

16 marzo, 2025

THE SOUNDS WON'T STOP (USA): 'Nuovo e Degno di Nota'​

Stiamo ancora vivendo l’energia di Under The Effect, soprattutto dopo aver ascoltato il singolo principale, "Kinda Hard To Find". Questo brano ha ricevuto ogni tipo di elogio, e a buon diritto. È come un’onda sonora—espansiva, graffiante e piena di energia. C’è un equilibrio perfetto tra le qualità oniriche e atmosferiche dello shoegaze e la potenza grezza del rock più pesante. Ci siamo immersi in ogni riff carico di distorsione e in ogni svolta sperimentale, ed è chiaro che questa traccia, e l’intero EP, non riguarda solo la musica—si tratta della sensazione che evoca.

Ciò che rende "Kinda Hard To Find" così straordinaria è il modo in cui bilancia tutta questa intensità con un’inattesa orecchiabilità. Ci sono momenti in cui ti ritrovi a canticchiare le melodie, quasi come se si insinuassero tra gli strati di rumore. La bellezza sta nel fatto che, ogni volta che la riascolti, scopri qualcosa di nuovo—un dettaglio nascosto o una sfumatura che ti era sfuggita.

 

Il modo in cui i toni della chitarra si trasformano, come la sezione ritmica tiene tutto insieme mentre il resto del suono vortica e muta intorno—ogni ascolto è un’esplorazione, ed è davvero entusiasmante.

Anche con tutto questo caos sonoro, c’è un filo di vulnerabilità che attraversa sia i testi che l’interpretazione.

In definitiva, "Kinda Hard To Find" rappresenta perfettamente ciò di cui DKANDLE è capace—mescolare generi e spingere oltre i confini del rock più pesante.

Ascoltala e scoprilo tu stesso!

 

 

 

 

2 marzo, 2025

RAGMAG (USA): 'Un EP meravigliosamente potente dei DKANDLE'​

"Kinda Hard To Find" è un brano assolutamente imponente, soprattutto grazie ai toni di chitarra intensi e avvolgenti che creano un suono travolgente e coinvolgente.

 

Questo è parte del marchio di fabbrica della band. Mi piace perché, ancora una volta, combinano quella pesantezza grunge con un’atmosfera espansiva tipica dello shoegaze. Le voci contribuiscono a questa vastità, risultando morbide e distanti, immerse nel riverbero, aggiungendo così una dimensione e una texture diverse alla canzone. C'è anche una chitarra pulita che introduce un riff al di sopra delle chitarre più pesanti, creando diversi strati che arricchiscono ulteriormente l'atmosfera generale.

Questa canzone è davvero coinvolgente, e quando diventa particolarmente pesante, quel tono grasso e distorto del fuzz prende il sopravvento e ti avvolge, mantenendoti esattamente dove vuole. Amo il fatto che si possa essere assorbiti da un brano del genere grazie a quell'elemento shoegaze. Sembra enorme ed espansivo. La cosa interessante è che, sotto tutto questo, ci sono linee vocali accattivanti, e il ritornello della canzone rimane in testa per molto tempo dopo la fine.

Un'altra traccia si chiama "Here and Now", e mantiene quella stessa essenza distintiva che ho menzionato prima. È ampia ed espansiva, ma con una tonalità pesante che ricorda le band della scena alternativa underground degli anni '90. Uno degli aspetti che preferisco di questa canzone è il modo in cui si scompone in sezioni più morbide, che funzionano quasi come la calma prima della tempesta.

Entrambi i brani fanno parte di un EP intitolato "Under the Effect". I brani offrono una bellissima combinazione di colore e crudezza, una cosa che non si trova spesso e che, quando emerge, risulta particolarmente rinfrescante.

Si percepisce che queste canzoni provengono da una band che ha un vero amore per la propria arte. E quando dico questo, non intendo solo suonare strumenti o cantare, ma anche il comporre insieme brani capaci di creare un’atmosfera unica e coinvolgente in cui ci si può immergere completamente.​ Una volta entrati in queste atmosfere, non si vuole più uscire.​ Sono brani che consiglio assolutamente di ascoltare, perché se sei un fan del grunge o dello shoegaze, te ne innamorerai all'istante.

Il terzo brano si intitola "The Heart Knows", e ti trasporta in un mondo completamente suo.

Questi ragazzi hanno catturato perfettamente l'estetica che cercavano e lo hanno fatto con un approccio potente che mette in mostra tutte le sfaccettature del loro processo creativo.

Ascoltarle a volume alto o in cuffia è la scelta migliore. Ancora una volta, queste canzoni hanno strati e profondità, quindi la loro immensità sonora si percepisce al meglio quando ci si lascia avvolgere dai loro toni.

Ascoltarle in cuffia o ad alto volume in macchina ti permetterà di assorbirle nel modo in cui sono state concepite.

Non perdere l’occasione di ascoltare questi brani e tieni d’occhio i DKANDLE.

 

 

 

 

 

 

3 febbraio 2025

HEAT WAVES (UK): 'Ones To Watch', di Margot More

Pochi gruppi riescono a creare un'atmosfera così coinvolgente come i DKANDLE, e il loro singolo, “Kinda Hard to Find”, è la prova della loro maestria. Il trio fiorentino, noto per la sua capacità di fondere le trame oniriche dello shoegaze con la crudezza del grunge e del post-punk, propone un brano che trascina gli ascoltatori nelle sue profondità ipnotiche fin dalla prima nota.

Costruito su onde di chitarre intrise di riverbero e su una sezione ritmica che pulsa come un battito cardiaco sotto la foschia, “Kinda Hard to Find” si sente allo stesso tempo espansivo e profondamente intimo. La voce di Denis Kandle emerge come una presenza spettrale, fluttuando tra la malinconia e la sfida, senza mai stabilizzarsi completamente in uno spazio emotivo. La sua voce è sobria ma magnetica, e permette agli strati strumentali della canzone di respirare, amplificando al contempo le sue sfumature ossessionanti.

La produzione di “Kinda Hard to Find” è una masterclass in caos controllato. DKANDLE gioca con le dinamiche in modo magistrale, lasciando che il brano si gonfi e si ritiri come una marea in piena regola. Un momento, gli arpeggi di chitarra scintillano come le luci di una città lontana; un momento dopo, un muro di distorsione si abbatte, lasciando una risonanza spettrale sulla sua scia. È questa spinta e questo tira e molla che rende il singolo così avvincente, bilanciando la fragilità con la pura forza sonora.

Presente in “Aspirin Age Volume Four: A Shoegaze Compilation” di Broken Sound Tapes, questa uscita segna una suggestiva introduzione al loro prossimo EP ‘Under The Effect’. La capacità di DKANDLE di fondere l'introspezione con paesaggi sonori coinvolgenti fa sì che “Kinda Hard to Find” rimanga a lungo dopo la sua ultima nota, un'eco ossessionante nell'orecchio della mente.

16 novembre 2024

BORED CITY (UK): 'Fresh Finds'

 

L'ultimo singolo dei DKANDLE, “Kinda Hard To Find”, è un'esperienza interessante che cattura le delicate emozioni dei legami mancati. La band italiana, nota per le sue sognanti vibrazioni shoegaze, non delude con questo brano. È un mix di voci ammalianti, testi memorabili e un paesaggio sonoro che sembra allo stesso tempo nostalgico e moderno.

Fin dalla prima nota, le chitarre spiccano, sono lussureggianti, dettagliate e piene di emozioni. Abbinata a una batteria potente e alla voce spettrale di Denis Kandle, la canzone crea un'atmosfera che ti coinvolge completamente. Il testo si immerge in quella sensazione agrodolce di chiedersi “e se?” in merito a incontri fugaci, rendendolo comprensibile a chiunque abbia mai esitato in un momento di connessione. La produzione creativa e stratificata conferisce al brano un'atmosfera raffinata ma cruda. È chiaro che i DKANDLE sono una band con molto talento e una visione unica. Se questo singolo è indicativo, il loro prossimo EP, “Under The Effect”, promette di essere qualcosa di speciale.

È una di quelle canzoni che rimangono impresse nella mente per molto tempo dopo la loro conclusione. La miscela di elementi shoegaze e post-punk è fresca e piena di profondità. Questo brano è perfetto per essere ascoltato a tarda notte, quando si è persi nei propri pensieri. I DKANDLE sono una band da tenere d'occhio e non vediamo l'ora di vedere cosa faranno in futuro. Se vi piace la musica coinvolgente e significativa, assicuratevi di ascoltarla. E non dimenticate di seguire i DKANDLE per gli aggiornamenti, sono chiaramente in ascesa.

9 novembre 2024

RIGHT CHORD MUSIC (UK): 'New Music'

 

Conosciuti per il loro sound che mescola generi diversi e che attinge dal post-punk, dallo shoegaze e dal dream pop, i DKANDLE si distinguono anche per la loro narrazione ricca di emozioni.

Quello che è iniziato come progetto solista di Denis nel 2021 si è poi trasformato in un potente trio con l'aggiunta di Gene e Stefano. Una pietra miliare per la band è arrivata il 10 ottobre, quando i DKANDLE hanno suonato il loro primo spettacolo dal vivo a Londra al The Next Stars (Engine Rooms). L'esibizione ha dato ai fan la possibilità di sperimentare in prima persona il suono coinvolgente della band, contribuendo ad ampliare la loro base di fan.

I DKANDLE non hanno intenzione di riposare sugli allori. Al contrario, propongono il primo singolo del loro prossimo EP, Kinda Hard to Find. Il brano è incentrato sul concetto di persona veramente insostituibile, un individuo così unico che la sua assenza crea un profondo senso di nostalgia. Il brano esplora anche il tumulto emotivo che nasce quando le parole importanti rimangono non dette.

A dispetto di ciò che il suo tema potrebbe indicare, Kinda Hard to Find è ben lungi dall'essere una tipica ballata d'amore o una noiosa canzone d'amore. Al contrario, offre un brano shoegaze di grande impatto, con chitarre distorte, un drumming potente e una voce calda, quasi da ASMR, tanto intensa quanto ipnotica.

“Kinda Hard to Find è un brano ben equilibrato, che colpisce e seduce allo stesso tempo.”

5 agosto 2023

Last Day Deaf (Grecia): 'Tributes'

 

Una trascendente delizia shoegaze, [Hanging Out In Stars] immerge gli ascoltatori in una nebbia onirica di chitarre eteree e ritmi pulsanti, tessendo un intricato arazzo sonoro. Attraverso voci introspettive che riecheggiano di emozioni crude, DKANDLE dipinge un paesaggio poetico di sentimenti, invitando tutti ad attraversare la distesa cosmica del suo universo musicale. Ci aspetta un viaggio ipnotico, alimentato da passione sfrenata e fantasticherie sonore.

18 luglio 2023

WL//WH (Italia): 'Video of the Day', di Catherine Gillette

 

Il polistrumentista e compositore Denis Kandle, in arte Dkandle, con sede in Toscana e nativo di Rio de Janeiro, in Brasile, tesse vorticosi paesaggi sonori multicolori e vibranti, mescolando tessiture Shoegaze sfocate e riverberate, ipnotiche meditazioni Dream Pop, toni Grunge sludgy e tensioni Post-punk lunatiche, accentuate da un lirismo che scuote l'anima e da vocalizzi pensosi ed emotivi.

"Hanging Out In Stars" suscita un'aura eterea e immersiva, senza tempo, fatta di droning, di fruscii in espansione e di nebbie opache e scintillanti, costruite da ritmi di batteria carichi di cimbali, linee di basso sinuosamente pulsanti, inebrianti melodie di chitarra arpeggiate e cristalline e ronzanti derive distorte, che ondeggiano tra il caos tetro e la lucidità pura, per inghiottire voci atmosferiche morbide, sognanti ma angosciose, in un continuo tira e molla di amore e desiderio.

Le immagini psichedeliche e groovy melting piegano lo spazio e la luce in un'esplorazione cosmica senza fine, sincronizzandosi perfettamente con le vibrazioni devozionali della colonna sonora. Le pupille da buco nero si dilatano in visioni mutevoli, traendo chiarezza e messa a fuoco da percezioni ultraterrene, dove reliquie archetipiche, orizzonti stellari e oscuri mari emotivi creano connessioni invisibili attraverso una riflessione esoterica di fede e ragione.

3 ottobre 2022

NI))) NATURALEZA INSACIABLE (Chile): 'punteos, loops y demases', di Juan Bascur

 

Non c'è fine alla schiera di gruppi o progetti che riprendono l'impronta di quel rock atmosferico con chitarre che portava il rumore spesso aggressivo verso la fantasticheria, con un picco creativo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Questa volta esaminiamo il caso di DKANDLE, un'iniziativa di Denis Kandle.

 

Kandle ha precedenti esperienze in gruppi come Pregnant Felix o N.O.P.E, quindi si presenta con le idee chiare. MONDANO è l'album di debutto di DKANDLE, un esercizio di shoegazer, i cui testi trattano della separazione tra i piaceri spirituali e quelli terreni, qualcosa che le società conservatrici, e ancor più se di religione rigida, hanno presentato come la norma.

 

In precedenza sono stati pubblicati i singoli “Flame” e “Stampa Clandestina”. Il primo, il brano più lungo dell'album, è orientato verso la leggiadria ambient, come Flying Saucer Attack con meno asprezza. L'altro è un manifesto contro i dogmi consolidati, con citazioni di Leonardo da Vinci o Alan Turing; suona come “Only Shallow” (My Bloody Valentine) che passa attraverso il setaccio garagista dei Ganja. Nel resto dell'album, spiccano le vibrazioni mantriche di “1+1=1” (che ricorda gli M83), o quelle alla Ian Crause di “Keep Smiling”, così come “Fluids Exchange” e “Escapist Comfort” .

 

Gli eterni amanti del rumore celestiale saranno grati per l'arrivo di DKANDLE e delle sue scariche sonore dionisiache fuse con l'armonia apollinea, come dice Denis su Bandcamp.

HEATWAVE! (Brasile): “In ottobre, la band ha pubblicato un nuovo album, con il grande nome 'More Drag Queens Less Drama Queens'. Ho l'impressione che molte persone oggi provino a registrare album come questo, definendosi shoegaze o dreampop, ma pochi hanno l'abilità artistica e l'intensità che DKANDLE dimostra nel loro lavoro. È evidente il loro genuino coinvolgimento con il genere, e questo garantisce un'espressione artistica più genuina e sincera”.

Radio Cult FM (Brasile): "La band produce un interessante suono rustico in De La Shower, ma con tocchi moderni. Il chitarrista si distingue per il suo modo unico di suonare e la produzione del lavoro è molto buona”.

RGM (Regno Unito): “'Hanging Out in Stars' mostra sicuramente la promessa di DKANDLE nel creare un suono denso e interessante”.

Naturaleza Insaciable (Chile): “'Hanging Out In Stars' è un brano di 5 minuti che insiste sul rumore atmosferico della chitarra, con una bellezza piena di sentimento”. 

Rue X Magazine (Messico): “DKANDLE è un'ottima combinazione di shoegaze e grunge, ideale per i fan del rock alternativo degli anni '90 e dei primi anni '00”.

Radio Cult FM (Brasile): “La band ha un suono sporco, in senso buono, che manca a molti gruppi rock di oggi. "Hanging Out in Stars" è pesante, ma porta anche interessanti passaggi psichedelici e si distingue per questo. 

HEATWAVE! Blog (Brasile): “'Dissociation' unisce chitarre rumorose e voci eteree con suoni pesanti e bassi, e ne è venuto fuori un grande risultato”.

La Caverna (Messico): “Godetevi 'Hanging Out in Stars' con le sue chitarre incredibili e ritmi da sogno". 

HEATWAVE! Blog (Brasile): "'Hanging Out in Stars' presenta il suono classico di un rumore sublime. Chitarre alte e distorte, batteria potente e un'intera scena intensa creata. Tutto questo getta le basi per un suono delicato, etereo e molto bello vocale".

© 2025 DKANDLE

bottom of page